TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 22/10/2008
   

AUMENTARE IL PUBBLICO ALLE ESECUZIONI E’ UN PASSO NELLA DIREZIONE SBAGLIATA

(di: Rick Halperin)

Lo stato del Texas ha messo un’altra pietra miliare all’inizio del 1996, quando alle famiglie delle vittime di omicidio è stata offerta l’opportunità di assistere alle esecuzioni. I membri del Texas Board of Criminal Justice l’hanno giustificata dicendo che intendevano venire incontro alle esigenze e alle richieste delle famiglie convinte che guardare morire il condannato le avrebbe aiutate a chiudere anni di rabbia e frustrazione.

E’ un argomento molto complicato. E’ comprensibile che i singoli possano sperare che vedere lo stato uccidere la persona che li privo’ di una persona cara possa lenire il loro dolore. Tuttavia, rimane il fatto che anche un’esecuzione è un omicidio, e quindi è un marchio di inciviltà per la società. Il fatto che l’omicidio sia sanzionato dalla legge non lo rende meno sbagliato sul piano morale di un omicidio criminale.

A molte persone potrebbe interessare sapere che il certificato di morte di un condannato vittima di un’esecuzione da parte dello stato indica la causa di morte come "omicidio". Così, nonostante tutte le migliori intenzioni, l’evento al quale sono invitati a partecipare i parenti delle vittime è un omicidio. Possono desiderare di chiamarlo in qualche altro modo, come "retribuzione", e possono sentirsi bene vedendo la persona che uccise il loro caro punita con la pena finale, ma stanno assistendo ad un omicidio.

L’idea che l’esecuzione duri pochi minuti presuppone che ogni cosa vada liscia; ma in tutta la nazione e in Texas, a volte le esecuzioni hanno degli intoppi, causando ai condannati una lunga sofferenza prima che sopravvenga la morte. Ma indipendentemente dall’efficienza con cui possano venire condotte le esecuzioni, la gente non deve illudersi che guardare un essere umano che vive e respira mentre viene ucciso dallo stato sia lo stesso che guardare le migliaia di morti che sono rappresentate e sottolineate nei films e in televisione. E’ molto differente, e c’è un grande potenziale di repulsione e trauma nel vedere fisicamente un essere umano reale morire "cosi’ vicino e di persona". Anche se le esecuzioni sono state rese efficienti come proclama lo stato, non è lo stesso che guardare la morte in un film.

Quando un condannato venne ucciso sulla sedia elettrica in Florida nel dicembre scorso la madre della vittima e un giornalista erano fra quelli che assistevano. Con le parole dell’Associated Press, il condannato "fu sbattuto sulla sedia con una corrente di 2000 volts. La sua pelle era rosso porpora al momento in cui l’elettricità venne spenta, due minuti più tardi". Meno di 24 ore prima, un altro uomo aveva urlato durante la sua esecuzione nella stessa camera della morte, nonostante che gli ufficiali della prigione sostenessero che il prigioniero era in stato di incoscienza al momento della prima scossa. Tornando al problema degli inviti all’esecuzione, anche se non è un ritorno all’atmosfera delle esecuzioni pubbliche sulla piazza della città, è comunque una regressione ai giorni in cui i condannati di routine venivano guardati morire dagli spettatori. In altri paesi che usano la pena di morte, solo nel medio oriente - in posti come Arabia Saudita, Yemen, Emirati Arabi Uniti e Libia - i parenti delle vittime sono invitati all’esecuzione. Negli U.S.A, al Texas si aggiungono la Florida, la Louisiana, la California e Washington. (Una regola simile sta per essere introdotta in Oklahoma quest’anno).

Nella maggior parte dei paesi, e in alcune parti degli U.S.A., la pena di morte è stata sostituita con una sentenza di prigione a vita senza condono. In queste circostanze, la famiglia della vittima non è invitata in prigione per assistere alla punizione del condannato, quindi perché deve essere invitata ad un’esecuzione?

Invece che aggiungere un altro anello alla catena di violenza che soffoca la nostra società, lo stato dovrebbe cercare di trovare il modo di spezzare il ciclo. Il primo passo potrebbe essere revocare la nuova regola che invita i parenti delle vittime ad assistere alle esecuzioni. Il seguente - e più importante - potrebbe essere eliminare la pena di morte del tutto. Nella maggior parte delle nazioni un’esecuzione di qualunque tipo è considerata una violazione dei diritti umani.

Abbiamo bisogno di superare la nostra violenza verso i criminali - disprezzare i loro atti e ricordarli, ma non essere consumati dall’odio - e trovare un modo umano per punire i colpevoli, e andare avanti con la vita.

Nota dell’editore: Rick Halperin insegna storia e diritti umani alla Southern Methodist University di Dallas, Texas. E’ uno dei direttori di Amnesty International U.S.A., un membro di "Familiari delle vittime di omicidio per la Riconciliazione", e un co-fondatore della TASK (Texani contro l’omicidio di stato).


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